Sfidare a nuoto lo Stretto di Messina: l’impresa di un nuotatore genovese per ricordare i pericoli dell’ictus
Scritto da Ufficio Stampa il 10 Giugno 2019
La partenza è prevista per mercoledì 12 giugno, condizioni meteo e mare permettendo, da Capo Peloro (Messina), con arrivo a Cannitello, nei pressi di Villa San Giovanni (Reggio Calabria). È’ in questo tratto di mare che Alberto Sassoli, genovese innamorato del mare, ha deciso di compiere l’impresa, nuotando per oltre 3,5 km, insieme ad altri 30 “supersportivi”.
L’impresa di Alberto Sassoli è sportiva, in omaggio al nuoto che ha scandito fasi importanti della sua vita e lo ha visto gareggiare agonisticamente sin da bambino, approdare, poi, alla pallanuoto, diventare bagnino di salvataggio e, quindi, istruttore di nuoto e allenatore federale di pallanuoto. Ma questa traversata dello Stretto ha anche altri obiettivi. Per ricordare la madre di Alberto, scomparsa a causa di un ictus, l’iniziativa si propone, infatti, di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla prevenzione di questa patologia grave che in Italia registra, ogni anno, 150mila nuovi casi, con un tasso molto elevato di invalidità. Si calcola, infatti, che gli invalidi permanenti a seguito di un ictus siano oggi più di un milione. Lavorando da oltre 10 anni in Boston Scientific – multinazionale che opera nel settore dei dispositivi medici – Alberto sa quanto si possa fare per la prevenzione e il trattamento di questa patologia, ma anche quanto ci sia ancora da fare per stimolare l’attenzione del pubblico.
“Nonostante i numeri ci dicano che, nel nostro Paese, i casi di ictus cerebrale sono diminuiti nel corso degli ultimi anni, ci troviamo comunque di fronte ad una catastrofe sociale – dichiara la professoressa Carmela Casella, medico neurologo e coordinatrice regionale A.L.I.C.e Sicilia Onlus. Più persone sopravvivono all’ictus, maggiore è la frequenza di disabilità da affrontare”. La Professoressa Rosa Musolino – Presidente Onoraria A.L.I.Ce. Messina Onlus – sottolinea che “in Italia, sono quasi 1 milione le persone che convivono con le conseguenze invalidanti della malattia, il cui peso, purtroppo, pur se diversi livelli di complessità, è destinato ad aumentare, considerando anche l’invecchiamento generale della popolazione”.
Con la sua impresa sportiva, realizzata con il contributo non condizionato di Boston Scientific, Alberto Sassoli punta a riaccendere i riflettori su una patologia che ha dimensioni e costi medici e sociali enormi. Per questo, ha affidato la sua testimonianza ad A.L.I.Ce. Italia Onlus, Associazione Italiana per la Lotta all’Ictus cerebrale. Grazie alla struttura territoriale che copre in modo capillare l’intero Paese, A.L.I.Ce. sosterrà la traversata di Alberto Sassoli, allestendo sul litorale messinese che ospiterà la partenza della traversata un desk informativo presso cui un team di neurologi e di emodinamisti effettuerà test medici gratuiti ai presenti, con misurazioni della pressione arteriosa, controlli sulla Fibrillazione Atriale, elaborazione di schede del rischio da consegnare al medico curante, distribuzione di materiale informativo sulle terapie disponibili, da quelle farmacologiche ai nuovi dispositivi per la chiusura dell’auricola sinistra del cuore.
“L’ictus cerebrale – dichiara la Dottoressa Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus è una patologia che comporta un gravoso onere anche dal punto di vista socio-economico e che può essere infatti evitata nell’80% dei casi attraverso il riconoscimento e il trattamento dei principali fattori di rischio quali fibrillazione atriale, ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo, alimentazione non corretta, scarsa attività fisica. È nostro compito, quindi, informare ed educare la popolazione perché prevenire l’ictus è possibile. La nostra Associazione, in particolare, affianca da sempre le persone colpite da ictus con l’obiettivo di creare una rete di contatto e condivisione con chi ha già vissuto la stessa esperienza, fornendo informazioni non solo sulla prevenzione primaria, ma anche sulle opportunità disponibili nelle complesse fasi del post ictus”.
Alberto Sassoli, professionista genovese appassionato di mare e di nuoto, e i responsabili di A.L.I.Ce. non nascondono il loro ottimismo circa questa iniziativa: l’auspicio è che la sfida, che si consumerà bracciata dopo bracciata dalla Sicilia alla Calabria, porti tante persone ad effettuare uno screening sul litorale di Messina e aiuti la raccolta fondi di AL.I.Ce. in favore della prevenzione all’ictus, contribuendo a fare conoscere meglio i rischi legati a questa patologia molto grave ma che, con le nuove cure, si può prevenire, curare, superare e sconfiggere.
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A.L.I.Ce. Italia Onlus è una Federazione di associazioni di volontariato diffuse su tutto il territorio nazionale, oltre 80 tra sedi e sezioni regionali e locali, le quali, pur autonome e indipendenti nelle proprie attività, collaborano al raggiungimento di comuni obiettivi statutari a livello nazionale, tra cui: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia, sul tempestivo riconoscimento dei primi sintomi e sulle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza anche attraverso i media; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.
Loro peculiarità è quella di essere le uniche ad essere formate da persone colpite da ictus, dai loro familiari e caregiver, da neurologi e medici esperti nella diagnosi e trattamento dell’ictus, medici di famiglia, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, personale socio-sanitario e volontari. Sono associazioni senza scopo di lucro, democratiche, apolitiche, con personalità giuridica e non, iscritte nei registri regionali delle associazioni di volontariato.
A.L.I.Ce. Italia è membro della WSO, World Stroke Organization e di SAFE, Stroke Alliance for Europe, organizzazioni che riuniscono le Associazioni di persone colpite da ictus a livello mondiale ed europeo, diffondendo linee guida per la prevenzione, la miglior cura e la riabilitazione dell’ictus, oltre che delle Società Scientifiche ISO, Italian Stroke Organization ed ESO, European Stroke Organization.
Nel 2016 A.L.I.Ce. Italia Onlus ha promosso la costituzione dell’Osservatorio Ictus Italia insieme all’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, ISO, ESO, ISS – Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Dismetaboliche e dell’Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità e SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. L’Osservatorio opera per favorire una maggiore consapevolezza sulle problematiche legate all’ictus a livello istituzionale, sanitario-assistenziale, scientifico-accademico e sociale, in particolare sulle modalità di prevenzione e di cura di tale devastante malattia e si pone, come obiettivo condiviso, quello di far adottare in tutto il Paese criteri scientificamente basati e uniformi in materia.
Nel novembre 2017, grazie all’azione di A.L.I.Ce. Italia Onlus e dell’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, la XII Commissione Affari Sociali della Camera, ha approvato la Risoluzione sulla diagnosi e la prevenzione dell’Ictus cerebrale: Governo e Parlamento sono chiamati a promuovere e sostenere il più appropriato ed avanzato sistema di cura per l’ictus su tutto il territorio nazionale.
A.L.I.Ce. Italia Onlus, promotrice e in prima linea fin dall’inizio nel contribuire alla definizione di questo documento di straordinaria rilevanza, avrà adesso il compito di stimolare e monitorare l’impegno dei servizi sanitari regionali nell’applicazione e nella rapida implementazione organizzativa delle misure specifiche, declinate in 19 punti, la cui attuazione è stata già promossa a livello del Governo nazionale.
Nel dicembre 2018, infine, l’Osservatorio Ictus ha inoltre presentato alla Camera i risultati del “Rapporto sull’Ictus in Italia. Una fotografia su prevenzione, percorsi di cura e prospettive”, che offre per la prima volta una descrizione completa della patologia nel nostro Paese.